LA FAMIGLIA CON FIGLI ADOLESCENTI

31.05.2012 18:00

Sfide evolutive che viaggiano in tandem 

La famiglia che ha al suo interno figli adolescenti si trova a dover fronteggiare una particolare sfida evolutiva che comporta a ciascun membro una riorganizzazione dei propri compiti e della propria identità in risposta ai nuovi bisogni che emergono. Si tratta dunque di un momento di passaggio per l’intera famiglia. Le fasi di passaggio, segnate dalle cosiddette “crisi” (ovvero momenti decisivi di crescita) costituiscono un punto privilegiato di osservazione delle famiglie perché permettono di evidenziare e verificare la qualità delle dinamiche relazionali con i loro limiti e le loro risorse. Infatti, nella misura i singoli membri familiari riesce a fronteggiare queste transizioni evolutive, la famiglia si apre alla possibilità di ristrutturazione delle sue relazioni in funzione della crescita di ciascuno.

Ma andiamo con ordine: osserviamo quali in quali cambiamenti sono coinvolti gli adolescenti e i la coppia in qualità di genitori, coniugi e figli.

 

L’adolescente: chi sono?

Il compito specifico dell’adolescente è quello di “individuarsi” rispetto alla propria famiglia, impegnarsi cioè nel processo d’acquisizione d’identità e portare a compimento la propia emancipazione dalle figure genitoriali. L’obiettivo principale del cambiamento diventa pertanto la costruzione della propria identità ovvero sentirsi gli stessi pur attraversando delle esperienze sociali e relazionali che intimano al cambiamento.  È utile precisare che la buona riuscita di questi compiti di sviluppo dipende in buona parte dal superamento delle precedenti fasi evolutive. Infatti, se è vero che l’adolescente procede secondo l’esigenza di separazione, è altrettanto vero che, non ci si può separare se prima non si è fatta l’esperienza di appartenere, ovvero sentirsi parte di quel sapere condiviso che è la cultura familiare che accompagna l’adolescente nel suo processo di svincolo.

Ma il processo di separazione-individuazione non riguarda solo i figli ma anche i genitori che devono, dal canto loro, separarsi dai figli e individuarsi in un altro ruolo. La separazione dei figli è dunque anche legata alla maturazione affettiva dei genitori, i quali possono favorire o ostacolare questo processo di emancipazione dell’adolescente. In questa fase la presenza dei fratelli diventa una risorsa emotiva per il compimento di questi compiti di sviluppo. Fra loro si assiste ad un graduale riavvicinamento e una crescita della complicità; il primogenito in genere, tende ad assumere un atteggiamento protettivo e di negoziazione con i genitori.

La coppia genitoriale

Accanto al cambiamento del figlio avviene quello dei genitori e anche della coppia in quanto tale. Infatti, in linea generale la crisi adolescenziale si colloca parallelamente ad un’altra fase di transizione per i genitori: la crisi di mezz’età che corrisponde alla menopausa per la donna e all’andropausa per l’uomo. Come genitori si rende necessaria una vera e propria rinegoziazione della relazione genitori-figli adeguando il compito della cura alle nuove esigenze dell’adolescente; come coppia di si è coinvolti in una ridefinizione della relazione coniugale e un nuovo investimento in essa. Se questi equilibri si modificano flessibilmente si consente l’individuazione dei figli e si promuove la loro autonomia.

In questa sede entriamo nel merito dei cambiamenti che riguardano la coppia nel loro esercizio genitoriale.

Ristrutturare il proprio compito come genitore significa adottare modelli di genitorialità alternativi rispetto alla modalità affettiva, prevalente nel periodo dell’infanzia, senza per questo percepire come meno significativo e incisivo l’esercizio del proprio ruolo. In realtà proprio su questo aspetto si dividono le percezioni di alcuni genitori che tendono ad identificare il processo di separazione del figlio come disconoscimento della propria funzione fino ad allora svolta. L’aspetto critico risiede proprio nel fatto di dover rimodellare le consuete modalità di contatto affettivo-contenitivo che i genitori riservano nei confronti dei figli. Tale dimensione affettiva deve permanere ed essere tale da favorire tutte le altre trasformazioni, ma è necessario che assuma altre forme e modalità d’espressione in modo tale da risultare discreta. Gli equilibri familiari si differenziano in base alle modalità delle singole famiglie di mediare tra le funzioni normative (dare regole protettive) e quelle affettive. Ciò consente di stabilire un equilibrio fra autorevolezza e contenimento che si realizza nella misura in cui questi si presentano in maniera flessibile. Riconoscere la diversità dovuta al cambiamento del figlio significa accettare di dover rapportarsi emotivamente a questo da adulto ad adulto. 

È in questa fase delicata di ristrutturazione dei rapporti che risiede il fulcro dell’equilibrio e del benessere della famiglia.